La farinata, regina della cucina povera, ma ricca di sapore
Non chiamatela “cecina”, né “torta” o “caldacalda”: ci sono molti piatti a base di farina di ceci in tutta Italia, ma qui si chiama Farinata (fainà).
E qui è molto più di un semplice piatto: nella cucina spezzina, la farinata è un vero punto di riferimento, un pezzo di tradizione attorno al quale – come è vero per la Mesciüa e molto di più per la Focaccia – viene costruita l’identità della cucina spezzina.
La Regina della cucina povera
Un piatto semplice, che richiede una preparazione molto lunga se adeguatamente cucinato, la farinata è fatta di pochi ingredienti essenziali: farina di ceci, acqua, sale e olio.
Diluita la farina di ceci in abbondante acqua con sale aggiunto, la miscela viene lasciata riposare per 2-10 ore, mescolando di tanto in tanto per sciogliere i coaguli.
Il tempo di cottura è essenziale. Una teglia oliata e riscaldata (per la preparazione originale deve essere di rame) con olio d’oliva, il composto versato e messo nel forno ad alta temperatura (la regola vuole che il forno sia in legno).
La Farinata per i puristi può essere solo farinata, senza altri condimenti che un po’ di pepe, ma con il tempo molti hanno arricchito il piatto locale con i più svariati ingredienti: dalle cipolle con fiori di zucca, formaggio morbido o al pesto.
Trekking guidato Levanto Monterosso
- 92
- 5 h.
- 9.30 am
Trekking da Vernazza a Monterosso
- 79
- 4 h
- 9.30 am
Trekking Riomaggiore Manarola
- 97
- 5 h
- 9.30 am
Le Cinque Terre in un giorno
- 130€
- 7 h
- 9.30
Origini controverse: la Farinata è nata in guerra
Oggi c’è una grande disputa sulle origini della farinata: la vera ricetta è quella di Pisa o di Livorno? La nizzarda, la sarda o la ligure?
In questa battaglia, abbastanza interessante, tutti concordano che la farinata sia nata in guerra.
Sebbene vi siano tracce di ricette greche e latine di purea di ceci e fagioli cotti al forno, si narra che la prima Farinata nacque nel 1284 durante la battaglia della Meloria tra le repubbliche marinare di Genova e Pisa.
Le galee genovesi, impegnate nella battaglia, furono coinvolte in una tempesta. Nella confusione generale, i rifornimenti finirono per sparire: alcuni sacchi di farina di ceci caddero nell’acqua di mare. Per non sprecare le poche provviste, il mix fu servito all’equipaggio: una purea di ceci, farina e olio. Alcuni si rifiutarono di mangiarlo e lo lasciarono asciugare nel calore del sole.
Avevano scoperto l’oro, che una volta sulla terraferma venne migliorato cucinandolo nel forno.
Per commemorare la vittoria su Pisa, il piatto – per deridere il nemico – venne chiamato “l’oro di Pisa”.
Ma sappiamo che ha un solo nome: Farinata.